La settimana scorsa sono stata ad un convegno in Università Cattolica a Milano dal titolo Le relazioni familiari nell'era delle reti digitali dove è stato presentato il rapporto CISF 2017 L'indagine su famiglie e reti digitali. Si è parlato di tanti aspetti, tanti numeri, dati, ricerche, conclusioni e previsioni legati all'impatto degli schermi nella famiglia.
Parto da qui oggi per scrivere di un argomento che mi sta a cuore e che appena ho sentito nominare anche in questo convegno mi ha acceso e ovviamente sono intervenuta per chiedere un approfondimento. Si tratta della dieta digitale, digital detox, disintossicazione mediale, come la vogliamo chiamare sempre della stessa cosa si tratta: prendersi una pausa dagli schermi!
Ad un certo punto del convegno il Prof. Belletti, sociologo e direttore del CISF, dice che la dieta digitale può essere uno degli strumenti utilizzabili anche in ambito famigliare per riequilibrare l'uso degli schermi.
A quel punto a me sorge il solito dubbio che mi sento porre da diverse persone quando parlo di fare esperienze lontano dallo smartphone: passare un giorno, due o più lontano dalla tecnologia non ci porta poi a rimanere oberati di mail, messaggi e notifiche una volta che rientriamo nel mondo reale? E in questo caso quindi non si rischia di perdere tutto il beneficio guadagnato nel periodo offline nel momento in cui riaccendiamo il telefono?
Ho ricevuto risposte interessanti dai relatori del convegno e voglio condividerle qui con voi facendone una sintesi:
La dieta digitale è da fare in compagnia Pensare di essere l'unico in casa che si prende una pausa dagli schermi (che possa essere un giorno nel weekend oppure la sera dopo cena o qualsiasi altro momento) rende tutto più difficile. La situazione è simile a chi cerca di non mangiare zuccheri intorno a persone che si affogano di torta al cioccolato: l'occasione fa l'uomo ladro! Mettila sul ridere, giochiamo a stare offline Puoi creare un gioco in famiglia o tra amici assegnando ad ogni App un punteggio e creando una sorta di sfida reciproca per cui meno si usa quell'App più punti si guadagnano. La competizione può aiutare a creare le condizioni per modificare un'abitudine. La dieta digitale funziona quando accettiamo di disinnescare due concetti che oggi ci pervadono: 1. Policronia sincrona: il tempo nel digitale è molto più denso di quello del reale, avvengono più cose contemporaneamente e quindi in pochi minuti posso avviare dieci chat con persone diverse, mentre nel mondo fisico non potrei mantenere dieci conversazioni faccia a faccia contemporaneamente. 2. Performance digitale: online facciamo tanto, in fretta e non vogliamo perderci nulla quindi andiamo in ansia al pensiero di trovarci infinite notifiche nel momento in cui riprendiamo in mano il telefono dopo un momento di stacco. Abbiamo l'illusione di dover essere sempre più performanti nello smaltire notifiche. Io aggiungo, riprendendo una metafora usata da Murakami Haruki nel suo romanzo Dance, dance, dance siamo degli spalatori di neve che hanno la sensazione di dover tener pulita la strada sempre.
All'estero ci sono diverse iniziative che promuovono iniziative di dieta digitale, tempo fa per esempio avevamo parlato con Digital Detox Company in Inghilterra. Detto questo, parlando di dieta digitale vi racconto qui due iniziative che parlano e operano proprio intorno a questo argomento: il docufilm (A)Social di Lucio Laugelli e Offline Camp di Dimitri e Maria in Russia.
(A) Social
Lucio Laugelli ha ideato e girato il primo docufilm italiano che racconta un'esperienza di disconnessione totale! Il documentario ha visto come protagonisti 4 persone che per motivi personali e professionali sono particolarmente legate ai social e al proprio mondo virtuale: un' influencer, uno studente, un fotografo e una cantante.
L'autore del documentario ha fatto preparare armi e bagagli ai 4 eroi portandoli in Val di Fiemme per 10 giorni senza schermi e connessione: natura, sport, relax e chiacchiere face to face, that's it! Il documentario è presente su Infinity Tv per tutto il 2018 e in un'oretta mostra la vacanza disconnessa dei 4 protagonisti e anche una serie di interviste a proposito del rapporto tra essere umano e schermi digitali. Ho trovato particolarmente interessanti le interviste ai bambini, che ancora non avevano un loro smartphone (credo avessero 7/8 anni), e osservavano con curiosità e stupore questo mondo di adulti attaccati al proprio telefono.
Nel docufilm non ci sono drammi e panico da assenza del telefono ma comunque, sopratutto i primi giorni, i protagonisti notano il riflesso incondizionato di mettere le mani in tasca o allungare il braccio verso il comodino quando ci si sveglia. Si rendono conto di quanto alcuni gesti legati al proprio smartphone siano ormai completamente automatizzati, ne avevamo già parlato tempo fa in questo articolo.
Offline Camp in Kazan
A proposito di vacanze disconnesse, vi racconto anche la mia chiacchierata con Dimitri di Offline Camp: un progetto nato a Kazan (Russia) che con la moglie e due amici ha iniziato a proporre vacanze disconnesse dal 2017.
Cos'è offline camp?
Si tratta di un luogo dove gli adulti possono scordarsi dei propri telefoni, account social media, problemi lavorativi, ecc. Facciamo del nostro meglio per far trascorrere un soggiorno piacevole ai nostri ospiti e non farli annoiare nonostante non abbiano i loro smartphone. Solitamente organizziamo i camp nei weekend in modo che chi lavora in settimana possa partecipare. Li facciamo soprattutto nei dintorni di Kazan in quanto viviamo qui.
Cosa ti ha portato ad iniziare ad organizzare vacanze disconnesse?
Circa 4 anni mi sono trovato in un periodo di sovraccarico informativo che mi stava logorando. In quel periodo avevo un mio blog in cui parlavo di politica e scrivevo articoli per diversi media. L'immersione totale nel mondo dell'informazione mi ha portato a controllare compulsivamente news, giornali, blog, tutto il tempo. Un giorno ho iniziato a sentire un calo nella mia memoria, faticavo a dormire e non riuscivo più a concentrarmi. Mi sentivo continuamente stressato e così ho iniziato a studiare l'impatto che la tecnologia digitale aveva su di me e ho esplorato diverse strategie per ridurre questo impatto.
Così 3 anni fa ho aperto un centro di supporto psicologico per tutti i problemi legati alla dipendenza da internet, dopo ho iniziato ad organizzare i camp.
Cosa raccontano i partecipanti ai vostri camp?
Chi partecipa ne rimane entusiasta e spesso torna. Apprezzano le sensazioni vissute durante un periodo di disconnessione. Si tratta di persone curiose, che hanno voglia di sperimentare cose nuove e quindi accettano anche la sfida di staccare la spina per un paio di giorni. Spesso si tratta di persone che nella vita quotidiana sono completamente immerse negli schermi e arrivano ad un punto in cui vogliono prendersi una breve pausa.
Conclusioni
Non credo che la dieta digitale sia la panacea di tutti i mali e sopratutto non a tutti andrebbe bene lo stesso tipo di dieta: come per il cibo. Però trovare la propria formula di dieta digitale è una strategia per riequilibrare il proprio rapporto con gli schermi. A qualcuno può funzionare darsi dei limiti di orari giornalieri, per altri invece può essere più funzionale farsi una vacanza disconnessa di tanto in tanto. La cosa importante è che si tratti di una soluzione che porti un beneficio.
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