Essere genitore oggi ha delle complessità ulteriori rispetto a qualche decennio fa. Sicuramente ogni periodo storico ha le sue difficoltà ma il mondo è cambiato radicalmente negli ultimi anni e per di più a gran velocità. Una velocità cui il nostro cervello non è preparato e quindi a tratti fatica. Secondo l’ingegnere capo di Google, Ray Kurzweil, il 2045 è un anno da segnarsi sul calendario a proposito di evoluzione tecnologica. E quelli che oggi sono bambini allora saranno degli adulti sempre più immersi nella tecnologia che oggi potrebbe sembrare solo un gioco.
Secondo Kurzweil nel 2045 si raggiungerà la cosiddetta Singolarità Tecnologica, cioè il momento in cui “il progresso tecnologico raggiungerà una velocità tale da cambiare radicalmente il mondo per come lo conosciamo” e in cui l’intelligenza delle macchine supererà di diverse misure quella dell’uomo.
Quindi, in un panorama così impregnato di cambiamento e di digitale, come possiamo educare al meglio i più piccoli all’uso della tecnologia?
La ricetta magica non c’è ma il punto di partenza fondamentale che poi servirà loro anche in qualità di giovani adulti nel 2045, sarà avere un forte senso critico. Senso critico nel senso di essere predisposti a porsi domande, creare dei dubbi, aprire delle riflessioni e non accettare lo status quo in modo passivo.
Lo psichiatra francese Serge Tisseron da tempo lavora sull’educazione digitale dei più piccoli e il suo libro “3-6-9-12 Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali” riporta una serie di strategie puntuali per tutte le età fino alla pre-adolescenza. Tisseron identifica 3 pilastri su cui basarsi per educare i più piccoli all’uso della tecnologia, all’interno dei quali è possibile inventarsi abitudini, prassi e modalità adeguate alla propria famiglia: accompagnamento, alternanza e auto-regolazione.
Accompagnamento: vivere l’uso dei media digitali insieme al proprio figlio o propria figlia.
Alternanza: fare attenzione a variare la tipologia di attività che i bambini svolgono nell’arco della giornata dando spazio ad attività digitali ma anche ad altre analogiche.
Autoregolazione: allenare i più piccoli a darsi un limite, a comprendere quando è il momento di concludere il video-gioco per esempio.
In conclusione dunque, ad ognuno le proprie strategie di educazione digitale in casa, ma il consiglio è di pensarle all’interno dei 3 pilastri sopra illustrati.
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