In questi mesi di lavoro da casa, almeno per molti, sono aumentate le ore di riunioni online, chiamate su Skype, Zoom, Teams eccetera. Insomma ci siamo abituati a interagire con i nostri colleghi sempre più tramite uno schermo. Probabilmente quest'abitudine proseguirà, almeno in parte, anche nella nuova normalità che stiamo costruendo. Per questo mi è sembrato interessante confrontarmi con Alessandra Micalizzi, un'altra psicologa, docente universitaria e co-autrice del libro Psicologia dell'abitare su un tema molto attuale e pratico: lo sfondo che scegli nelle conference call.
Incontrare qualcuno su una piattaforma è diverso rispetto al farlo nel mondo analogico per vari motivi. Uno di questi è legato al fatto che il volto è sempre in primo piano, lo si vede anche più da vicino rispetto a quando incontriamo qualcuno in una sala riunioni. Oltre al volto però c'è una differenza anche nell'ambiente che ci circonda. Fare una video-chiamata implica che dietro il nostro volto ci sia uno sfondo che il nostro interlocutore vede.
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Nella mia chiacchierata dalla Dottoressa Micalizzi sono emersi tre profili principali di persone nella loro gestione dello sfondo nelle conference call:
Il preparato: colui che si crea una postazione specifica di lavoro in casa e prepara il contesto intorno a sé. In questi mesi se ne sono visti di più inclini a mostrare oggetti personali significativi per il proprio lavoro, come il diploma di laurea, la libreria che dà l'idea di essere eruditi oppure più semplicemente oggetti esteticamente gradevoli come quadri e piante.
L'artificiale: chi usa sfondi virtuali e quindi appare ordinato ma senza un tocco personale. Diverse piattaforme danno la possibilità in automatico di farlo oppure ci sono software che ne permettono l'integrazione. L'immagine di sfondo in questi casa può essere molto variabile, per qualcuno un interno di appartamento elegante per altri un paesaggio esotico quasi a dire "mi piacerebbe essere qui".
Lo spontaneo: chi non pensa alla sfondo e quindi fa le call un po' da ovunque. In questi casi c'è chi ha fatto riunioni dal letto o chi camminando nel bosco.
Ognuna di queste opzioni può andare bene, non voglio dare un giudizio di qualità. Il punto è essere consapevoli di cosa trasmettiamo ai nostri interlocutori quando scegliamo che sfondo avere in conference call.
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