Ti è mai capitato, in compagnia con amici, di vedere qualcuno perennemente incollato allo schermo del proprio smartphone e pensare "Chissà cosa starà guardando? Dev'essere veramente interessante perché non mi sta filando proprio per nulla!".
Ammettiamolo a tutti è capitato almeno una volta nella vita di pensare "che p***e perché non mette giù il telefono e non mi guarda un secondo?", che si tratti di un amico, famigliare, marito, conoscente, uscente o altro. Il punto è che sempre più di frequente ci troviamo a contenderci l'attenzione di chi ci sta fronte, con un piccolo schermo. E spesso ce l'ha vinta lo schermo!
Ora, potremmo disquisire la cosa tirando in ballo l'educazione delle persone, dicendo che in fondo sono tutti maleducati, sopratutto i ragazzini che non sanno più reggere una conversazione guadandoti negli occhi per più di 2 secondi, ecc. Però credo che sfoceremmo in chiacchiere da bar poco utili. Quindi preferisco affrontare la questione, in questa sede, da un altro punto di vista.
Mi interessava comprendere perché con il nostro smartphone pare che abbiamo sviluppato una relazione profonda, unica e ormai necessaria? Sempre più spesso sento e leggo di "rapporto con lo smartphone" e mi vien da pensare che si tratta del primo oggetto elettronico con cui abbiamo un rapporto. Avete mai sentito qualcuno parlare della propria relazione con la lavatrice? o con il tostapane? Io no! Ma con lo smartphone abbiamo una relazione, molto intima, direi speciale. Gli autori della pellicola italiana Perfetti sconosciuti hanno proprio toccato questo punto tra l'altro.
Perché abbiamo instaurato questa nuova relazione con il nostro telefono?
Catherine Price ci spiega alcuni meccanismi interessanti nel suo libro How to break up with your phone. Lei è una giornalista americana che si è interessata al nostro rapporto con questi piccoli schermi e poi ha deciso di scriverci un libro manuale dando un metodo con tanto di esercizi e strumenti per tutti quelli che volessero rompere con il proprio smartphone. Io aggiungo che è anche un regalo che potete fare se avete un amico che non riesce a stare una serata senza telefono.
La Price ci spiega 3 fattori che ci hanno portato ad avere questa relazione privilegiata e quasi amorosa con il nostro piccolo e prezioso telefono.
Ci fa sentire preziosi
Precious like snowflakes lei dice! Il nostro smartphone parla direttamente a noi, possiamo pure scegliere che tono di voce dare al nostro Siri e tutta un'altra serie di features per sentirci assolutamente unici per questa scatolina nera. Il cervello caccia news Vogliamo sempre più novità, informazioni aggiornate, stimoli nuovi e il telefono è costruito proprio per rispondere a questa esigenza della nostra mente. Al bando la noia Al giorno d'oggi non reggiamo più momenti di noia, vuoto, attesa perché in quello stato saremmo in qualche modo portati a rivolgere il nostro sguardo verso l'interno, verso chi siamo e come ci sentiamo e a volte può essere difficile. Il mondo magico che troviamo nei device digitali risponde perfettamente al nostro bisogno di evasione.
Per approfondire il perché non riusciamo a resistere al nostro piccolo schermo, consiglio il libro di Adam Alter Irresistible.
Se non paghi un servizio significa che il prodotto sei tu
Ricordiamoci che la maggior parte dei servizi che utilizziamo nel nostro smartphone sono gratuiti o quasi e stiamo avendo a che fare con delle aziende con alle spalle fior fior di investitori...il prodotto probabilmente siamo noi!
Il procedimento qual'è?
semplice: Facebook (o qualsiasi altra App con lo stesso business model) ti offre il suo servizio (n.b. in homepage scrive proprio gratis per sempre) in cui tu puoi metterti in connessione con chi vuoi, scoprire cose nuove e loro creano tutta una serie di trick per farti stare sempre più collegato.
A quel punto Facebook si ritrova con una marea di utenti che pubblicano contenuti privati rinunciando completamente alla proprietà degli stessi. Una volta che Facebook ha tutti questi utenti, sa esattamente chi sei, cosa ti piace, quando apri il telefono, cosa desideri, in che ordine ecc.... e tutti questi dati gli permettono di conoscerti meglio di tua madre! A quel punto tutta queste informazioni vengono vendute alle aziende che pubblicano pubblicità sulla piattaforma in modo targettizzato. Avevamo già parlato di privacy online qualche tempo fa, clicca qui per approfondire.
Da un certo punto di vista credo che questo processo porti anche delle conseguenze positive, quindi dobbiamo stare attenti a non buttare anche il bambino insieme all'acqua sporca. Intendo dire per esempio che se a me non importa nulla di calcio, sono contenta che la piattaforma social in cui passo il mio tempo non mi mostri contenuti relativi al calcio e che invece mi proponga ciò che mi può piacere.
Detto questo credo che la cosa importante sia essere consapevoli di questi meccanismi e una volta che sappiamo su che terreno ci muoviamo, ognuno può scegliere come comportarsi di conseguenza.
Conclusione
Preso atto del fatto che abbiamo una relazione amorosa, a tratti un po' morbosa, con il nostro telefono, rimaniamo degli essere pensanti con una coscienza e la possibilità di usare la nostra consapevolezza per fare scelte razionali. Quindi due piccoli consigli:
non fare ciò che non vorresti subire: quando sei in compagnia sii il primo a tenere lontano il telefono se non ne hai un estremo bisogno, il buon esempio è la prima strategia per educare anche il resto del mondo!ricordati che quando ti sentirai importante perché il tuo telefono ti sta dando attenzione, in realtà è programmato per farlo quindi non sei poi così prezioso. Lasciati coccolare dalle attenzioni che puoi trovare dalle persone intorno a te.
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