Nel mondo, e in particolare nei paesi anglosassoni, sta aumentando la consapevolezza delle persone rispetto all'uso che si fa di smartphone, tablet e pc. Sempre più persone si interrogano su quanto spazio sia sano dare alla tecnologia o meglio, quanto siamo noi a gestirla e quanto invece ci facciamo gestire da essa. Rimane un dibattito ampio e complesso, nel quale non dobbiamo dimenticarci che la tecnologia digitale ha migliorato la nostra qualità di vita.
Continuando a cercare informazioni a proposito di quanto il web stia influenzando le nostre vite, ho recentemente trovato un'azienda inglese che ha creato dei programmi di benessere digitale, o come li chiamano loro in inglese Digital Wellness Programmes, ovvero percorsi formativi per aiutare le persone a gestire meglio il proprio rapporto con i dispositivi digitali.
Qualche tempo fa abbiamo visto che ci sono scuole che fanno dell'uso della tecnologia un punto di forza, come a Boston. Anche nel mondo aziendale ci sono esempi di utilizzo sano del digitale. Come in tutte le cose ci vuole la giusta via di mezzo, il buon senso e non passare da un estremo all'altro.
Per capire meglio il mondo dell'uso del digitale nelle aziende, ho voluto parlarne con Orianna Fielding, fondatrice di Digital Detox Company nel Regno Unito. Qui di seguito trovi la sua intervista.
Intervista a Digital Detox Company
Quando e come hai iniziato il progetto Digital Detox Company?
Ho fondato Digital Detox Company nel 2014 per accompagnare il lancio del mio libro Unplugged. How to live mindfully in a digital world proprio per diffondere ancor di più il messaggio di benessere digitale alla base delle mie riflessioni.
Il mio libro è stato il risultato di una lunga ricerca ed esperienze personali che mi hanno portato dalla mia Londra, alla campagna della Costa Brava e infine alla frizzante metropoli di New York. E' stata una ricerca personale per creare il miglior metodo di educazione al digitale per il quale ho conosciuto professionisti e persone esperte di trattamenti di digital overload.
Il Digital Wellness Program che abbiamo creato è un distillato di tutto ciò che ho scoperto nel mio percorso alla ricerca di una mappa digitale che ci permetta di ristabilire un equilibrio tra vita online e offline, permettendoci di riconnetterci all'essenza della vita.
Ho intervistato grandi esperti di mindfulness, psicologia, neuro-scienze e yoga per il mio libro e ho trovato professionisti con cui abbiamo lavorato bene e questo ha portato alla creazione di Digital Detox Company e ha permesso di aver le fondamenta per la costruzione del nostro Digital wellness Program.
Lavorate con persone individuali o con aziende?
Lavoriamo sopratutto con le aziende per portare il programma Digital Wellness. Ciò creare un ambiente di benessere, equilibrio, deep work e produttività attraverso l'apprendimento di nuovi comportamenti di utilizzo degli strumenti digitali. Nel programma utilizziamo una combinazione di mindfulness, psicologia, neuro-scienze e creatività per lavorare sui punti critici del sovraccarico digitale a cui ci sottoponiamo. In questo modo possiamo dare alle persone delle competenze di gestione del digitale che possono usare nella loro quotidianità.
Il nostro Digital Wellness Program è disegnato per riposizionare la nostra relazione con la tecnologia come un mezzo e non come ciò che gestisce la nostra vita.
Esploriamo, in modo interattivo, come massimizzare il potenziale positivo della tecnologia, abbassandone i rischi. Proponiamo comportamenti produttivi, utili e positivi che possano rimpiazzare le cattive abitudine in cui il digitale assorbe il nostro tempo.
Qual'è il problema maggiore che le persone hanno nella gestione delle tecnologie digitali, secondo te?
La cultura dell' always on crea un burn-out digital che è diventato un vero e proprio problema nei luoghi di lavoro moderni e se il datore di lavoro non comprende la questione può danneggiare la salute dei propri impiegati che ovviamente avranno un calo di produttività e di conseguenza effetti negativi sulle performance dell'azienda.
Questi sono i problemi principali che le aziende hanno nel tentare di gestire l'uso del digitale:
1. Sovraccarico di email
La costante interruzione da notifiche di messaggi e email abbassa le nostre prestazioni lavorative. Gli impiegati solitamente considerano 1 email su 3 inutile. Un tipico impiegato apre la mail dalle 50 alle 100 volte al giorno, il ché significa passare circa 20 ore settimanali a gestire la casella di posta elettronica.
2. Multi tasking
Navigare nello tsunami di email giornaliere, passando dai social media ai messaggi genera un inquinamento digitale nelle proprie vite. Cerchiamo di fare più cose contemporaneamente e di far fronte alla valanga di informazioni digitali. Il multitasking non ci rende più produttivi! I nostri cervelli non sono disegnati per fare più di due cose insieme: multitasking multiscreening (più di uno schermo alla volta), messaggiare e camminare ci fa sentire più produttivi, in realtà è il contrario. E' stato addirittura mostrato che abbassa il nostro IQ di 10 punti. Il multi tasking è un mito, non esiste. Il lavoro profondo riduce l'ansia, il focus è il nuovo lusso nel mondo del lavoro.
3. Distrazioni digitali
Più siamo occupati e più abbiamo bisogno di concentrazione per creare dei micro momenti di cura di sé nelle nostre vite quotidiane.
Per usare le parole del grande Wayne Dyer We are human beings not human doings. Le costanti distrazioni sono viste come parte necessaria della nostra vita ma il tempo perso nel controllare continuamente le nostre comunicazioni digitali è di circa il 20% della nostra settimana lavorativa. Ci mettiamo circa 25 minuti per riprendere la concentrazione e l'attenzione su un progetto da cui ci siamo distratti.
Semplificare la nostra vita digitale riducendo e modificando il numero di cose che facciamo nella nostra vita digitale ci può dare lo spazio per essere creativi e produttivi. In questo modo l'ansia e il sovraccarico da informazione digitale cala, arrivando ad avere un'esperienza più calma, meno stressante anche con il mondo digitale.
4. La cultura del always on
Nel luogo di lavoro, un'azienda con una cultura che richiede di essere sempre disponibili fuori dagli orari di ufficio è una cultura dell' always on e crea un bur-out digitale danneggiando la salute e portando effetti collaterali sul benessere, le performance e la produttività che da ultimo ha effetti negativi sull'azienda stessa.
Nel Regno Unito, gli adulti passano circa un giorno a settimana (25 ore) online, il 42% dichiara di andare online o controllare le app più di 10 volte al giorno, e uno su dieci (11%) va in internet più di 50 volte al giorno.
Gli studi hanno mostrato che un'eccessiva connettività digitale può anche essere un fattore facilitante nello sviluppo di sintomi depressivi, stress e ansia, dovuti a un calo di connessione umana reale.
Che percezione hanno le persone riguardo l'impatto che la tecnologia ha sulla propria vita?
In genere le persone stanno iniziando a sentirsi sovraccaricate e controllate dalla propria dipendenza dal digitale. Trovo sempre più persone che vorrebbero mettere in modalità aereo il proprio telefono per un po' e disconnettersi ma la dipendenza dal digitale è una dipendenza appunto ed è accompagnata da ciò che viene chiamata FOMO (fear of missing out), cioè la paura di perdersi qualcosa, se non sono connessi tutto il giorno.
Il sovraccarico e la dipendenza da digitale sono fenomeni che toccano tutti. Viviamo nell'era digitale e le nostre vite passano attraverso uno schermo, in ogni momento. Come usiamo la tecnologia può variare ma tutti noi viviamo il fenomeno per cui la tecnologia controlla sempre di più le nostre vite.
Conclusioni
Gli adulti di oggi sono i lavoratori nelle aziende ma anche i genitori degli adulti di domani. Essere consapevoli del ruolo del digitale nelle nostre vite è un punto fondamentale per poter costruire una società migliore, fatta di persone consapevoli e in grado di controllare i dispositivi che hanno in mano e non lasciarsi gestire da essi.
Come abbiamo visto qualche tempo fa con il Prof. Simeone a proposito dell'educazione al digitale dei più piccoli, attraverso l'esempio noi adulti trasmettiamo una serie di messaggi alle nuove generazioni che imparano quanto spazio dare allo smartphone nella propria vita.
Quindi concludo questo articolo con una riflessione, rivolta sopratutto agli adulti, genitori e non: ricordiamoci che il modo in cui gestiamo lo smartphone nelle nostre vite non tocca solo la nostra vita ma ha un impatto anche sui messaggi che trasmettiamo ai più piccoli e credo sia nostra responsabilità avviare una riflessione su questo argomento.
Comentários